lunedì 13 agosto 2012

ENRICO MATTEI - Vita, disavventure e morte di un cavaliere solitario // parte seconda

Eccoci di nuovo qui, amici de L'ammazzacaffè!
Una settimana esatta dopo l'ultimo post, lasciato a metà per tenervi sulle spine.
Soprattutto voi che, come me, avete deciso o altre circostanze hanno deciso per voi, di passare agosto nel freschino di casa vostra!

Questo post è dedicato a voi, vacanzieri di ottobre!!!

Ripartiamo da dove eravamo arrivati.
Dove eravamo arrivati?
Stazione Santa Maria Novella, Firenze.

Incontro Francesco per la prima volta e, dopo il caffè di rito, inizio a mostrargli i primi schizzi. Lui mi parla della sceneggiatura, mi 'mostra' le prime tavole e me le racconta. Parliamo per diverso tempo su come potrebbe essere, su cosa ci piacerebbe diventasse. Se ho beccato tutti i congiuntivi e condizionali non lo so, spero di avervi reso l'idea!

Francesco, che ringrazio per la professionalità dimostratami nel seguire il mio lavoro (via mail, via Osteria del Rosso a Bologna, via Firenze) e per le spiegazioni, è stato un grande compagno di viaggio.
Non mi era mai capitato di lavorare su un soggetto scritto da altri, su un argomento comunque piuttosto 'oscuro' per me.
Devo dire che la cosa mi spaventava un poco, non conoscendo di persona Francesco. Ma una persona si distingue  anche quando sa ascoltare gli altrui punti di vista, quando alle volte cambia idea, quando spesso non la cambia. 
E la collaborazione ha funzionato proprio bene.
Ne sono convinto.

Insomma, inizio a disegnare le tavole e a mandarle a bassa risoluzione a Francesco, che puntualmente mi manda le 'correzioni' o i suggerimenti del caso. Lavorando a distanza, d'altra parte, bisogna arrangiarsi con le mail. E d'altra parte, questo era poi il suo lavoro!
Per cui, testa bassa  e disegnare. 
Ho iniziato a disegnare subito dopo BilBOlBul 2012, quindi primi di marzo.
Ho finito la copertina definitiva a meta luglio. 
Le tavole disegnate sono cento, tonde.
In bianco e nero.
salvo una decina 'colorate' in scale di grigi. 
Ho letterato le cento tavole.

Il tutto supervisionato pure da Guido e Federico di BeccoGiallo, che hanno comunque seguito il lavoro in tutto il suo svolgimento.

Ora, questa era un pò la narrazione 'tecnica' e magari noiosa del tutto.
Però, come ogni altro lavoro, suppongo, questo fumetto per me significa anche tutto quello che è successo nel mentre. 
Tutto quello che mi è capitato, tutte le persone incontrate per caso ma anche no. Quelle che ti hanno stretto una mano, quelle che ti hanno amato, quelle che con te hanno scherzato, ballato, giocato.
Quelle che se ne sono andate. Quelle che ti hanno dato consigli. Quelle che ti hanno dato la forza, quelle che te l'hanno tolta. Quelli che ti hanno pensato, quelli che proprio non l'hanno mai fatto.
Significa anche 'congelare' tragedie come quella del terremoto che mi dondolava e scuoteva il tavolo in quei pesissimi giorni di maggio. 
Significa esami passati, tortellini mangiati, birre bevute, lacrime perse. 
In cento tavole in bianco e nero di china ci sta un mondo infinito.
E ogni tavola, a modo suo, modo che conosco solo io, riflette un preciso stato d'animo, una sensazione vissuta quei determinati giorni. E riguardando il fumetto, cosa che ho fatto diverse svariate migliaia di volte, mi ricapita di rivivere quei giorni, quelle persone, quelle cose successe.

E ci sono svariate persone che mi piacerebbe ringraziare per questo fumetto.
E qui riporto quelli per 'motivi tecnici'. 
Un pò perchè hanno contribuito in maniera attiva a questo libro, un pò perché gli altri motivi, beh, quelli sono  affari miei!

Ma partiamo coi ringraziamenti!!!

Inizio da - vabbè! - Guido e Federico di BeccoGiallo per la bellissima opportunità che mi hanno concesso.
Ringrazio Francesco Niccolini per la compagnia (nel viaggio) e la professionalità. Piacere di averti conosciuto. Ora che ce l'abbiamo fatta, posso venire sì a mangiare il pesce in Toscana.

Ringrazio Gabriele Peddes, per il font, che ho utilizzato nel fumetto. L'ha infatti realizzato lui, e me l'ha gentilmente 'prestato'. 

Ringrazio Davide Abbate per i baloon. Sembra una cacata, uno dice "Non sai manco fare i baloons?" 
Farli, li so fare, ma a Davide proprio non piacevano i miei. Che ci posso fà???

Ringrazio Federico Mazzoleni per la supervisione tecnica soprattutto in fase-copertina definitiva! Ho attinto come un zanzarone alla sua abilità grafico-coloristica-computeristica. Santa è la pazienza di Fede, ma molto di più quella di Elena, che mentre io e lui decidevamo i colori, cercava di dormire. Buonanotte, Elena.

Ringrazio Guido Marchesini per avermi ricordato tutti e trentaduemila i modi che esistono per letterare un fumetto. La pazienza tua è buona quanto il caffè che ti ho preparato in via Broccaindosso. 

Ringrazio Sara Colaone, Andrea Bruno, Gianluca Costantini, Onofrio Catacchio, Enrico Fornaroli, Tuono Pettinato, Otto Gabos.
Per i preziosi consigli. E gli insegnamenti.

Ci sono poi tutti quegli amici e compagni di corso che mi hanno letto, visto disegnare, consigliato che non sto ad elencare per motivi di spazio ma che ringrazio davvero di cuore.  A voi, che sapete chi siete, grazie.

Ed ora, che ho quasi finito il mio nostalgic post, vi lascio ad una carrellata di immagini più o meno pertinenti alla lavorazione di Enrico Mattei. Vita, disavventure e morte di un cavaliere solitario.

Ci risentiamo più avanti, magari quando il fumetto uscirà. Poco più di un mese di attesa. ma tanto sarete al mare, per cui vi passerà in un baleno. Come tutte le ferie, del resto!
Spero che leggere questo libro vi possa divertire quanto a me ha divertito disegnarlo.

Ah, dimenticavo. Ringrazio anche me stesso.









































Di copertina ancora non vi ho mostrato nulla. Ma un post presto arriverà proprio su quella!

Enjoy ferragosto, amici miei!














lunedì 6 agosto 2012

ENRICO MATTEI - Vita, disavventure e morte di un cavaliere solitario

Bentrovati, amici de L'ammazzacaffè!
Come va? Siete già sciolti in un brodo di carne umana o vi siete rifugiati nei freschi lidi ferraresi?
Io l'estate la passerò nel mio studiolo, l'ormai celeberrimo Atelier Cortesi a continuare il mio lavoro di tesi (che andrà ad ottobre ma ahimè, un bellissimo lavoro che sotto or vi vado a raccontare mi ha impedito di prepararla per luglio come volevo. Mamma perdonami.). 
Quindi poca ironia, riparate i vostri I-pad dagli schizzi marini o dalle turiste tedesche e godetevi 'sto post.

LA NOTIZIA E' QUESTA QUI!!!


Che belloooooooo amici miei! Quanto son stato furbo e scaltro nel celarvi questa notiziona?!
Dunque. 
Calma.
Faccio finta di saper gestir le emozioni.
Funziona così.
Almeno, ha funzionato così. 
Era novembre del 2011 e ricorreva la celebrazione della Giornata contro la violenza sulle donne. Gli amici dell'associazione Flux di pieve di Cento decidono di invitare me e altri amici disegnatori ad una mostra dedicata appunto a questo tema. Nel parlai proprio in un post qualche mese fa.
Alla mostra, a presentare il proprio lavoro editoriale, era invitato pure Guido Ostanel, di  BeccoGiallo
Durante la seratina, tra un salatino ed un prosecchino, scambiamo qualche chiacchierina.
"Mandami il portfolio via mail, tranquillo."
Bene, il primo passo è fatto.
Il corso Rottura degli indugi e non solo quelli ha dato i suoi frutti, pensai.

Invio la mail e attendo. 
Dopo qualche tempo la risposta. 
"Avremmo una storia adatta al tuo segno. La sceneggiatura è praticamente pronta. Che fai, ci stai?"
Mi trovavo ad Amburgo, e solamente una persona sa come mi sentivo in quel momento. 
Cazzo, il mio primo lavoro!
BAM! 
Rispondi che sì, chiaro, sto preparando qualche esame ma 'sticazzi, non dormo di notte se serve.
E invio la risposta, cercando di non far trapelare l'emozione da excited ragazzino.

Ora, conoscendo piuttosto bene il progetto e il lavoro editoriale di BeccoGiallo mi ero già preparato all'idea di una storia comunque 'importante' e impegnativa.
Mail di risposta.

"La storia è su Enrico Mattei, ad ottobre ricorre il cinquantesimo della sua morte."

Qui faccio un piccolo break e vi racconto una cosa.

Nel mio paesino, come in quasi tutti i paesini, c'è una zona industriale che si incontra entrando in paese (o uscendone, se siete atterrati in paracadute). 
A dire il vero ce ne sono due. Ma andiamo avanti.
Una di queste è adagiata su via Enrico Mattei.
Fin da quando ero bambino, capita che qualche camionista, a bordo del suo mega camione, destinato a qualche fabbrica o azienda,  si fermi a chiedere indicazioni. 
"Scusa, via Enrico Mattei?"
E allora la formulina è sempre quella, non è difficile. 
Dal basso delle mie biciclette intonavo (e intono) la mia industrial litania.
"Guarda, arrivi in fondo alla strada ed entri in provinciale. In fondo alla provinciale, a sinistra."

Ecco, questo era l'unico motivo che mi legava a Enrico Mattei, prima di quell'invernale mail che mi colse nel freddo di dicembre nell'anseatica città di Amburgo.

Ma torniamo al racconto.
Neanche il tempo di eccitarmi che avevo già aperto Wikipedia, sulla pagina di Enrico Mattei.
Dài, che tanto lo fate anche voi mentre vi chattate con le monelle quando vi parlano di qualche gruppo indie che non conoscete..!
O lo faccio solo io?
"Eh, si. Spaccano, loro."

Torniamo a noi.
Devo confessare la mia ignoranza. Credo però che, a parte un mio disinteresse forse per un certo tipo di cose, nessuno mi abbia mai acceso la scintilla su argomenti del primo dopoguerra. Sarà che a scuola si arriva a Hiroshima, sarà che argomenti 'caldi' del genere si tende a nasconderli. 
Io non lo so.
So che dopo tutti i libri su Enrico Mattei che mi sono letto, qualche cosa l'ho imparata!
Continua lo scambio di mail con Guido che mi presenta chi sarà il mio partner di viaggio e mi chiede qualche disegno di prova.

Lo scrittore della storia si chiama Francesco Niccolini
Drammaturgo e sceneggiatore, scrive, tra le altre cose, numerosi testi teatrali.
E scopro che ha passato anni dei suoi studi sull'argomento Mattei, e che ha un sacco di cose da dire a tal proposito.
Ci scambiamo qualche mail e ci accordiamo per un incontro, in modo da poter mostrar lui i primi disegni.
Stazione Santa Maria Novella di Firenze. 
Dentro al baretto.
Erano i primi di gennaio.
Mi ricordo una luce gialla gialla.

Il resto della storia, ve lo racconto nel prossimo post.

Vi lascio a qualche parola sua, così cominciate a farvi un'idea pure voi!








E qualche schizzo iniziale, un abbraccio!
















La prossima volta vi posto qualche tavoletta, lo prometto!!!!
Io torno a cercare quel favoloso gruppo indie su Wikipedia.

BUONE VACANZE!