venerdì 29 marzo 2013

La mia prima volta.

"Signore e signori all'ascolto, buonasera.
Siete collegati in diretta con lo stadio Dall'Ara."

Inizierebbe così un ipotetico post di Bruno Pizzul.
Chi non sa di che cosa stiamo parlando, cambi blog. Si parla di antichi cavalieri, voci mitologiche che hanno accompagnato le nostre infanzie di giocatori di periferia, di fuoriclasse del campetto.
Bruno Pizzul.
Cazzo, gli anni '90.
(Pizzul anche prima ma vabè, anagraficamente son stato bambino proprio in quegli anni!)

La Fiera del libro per ragazzi si è appena conclusa, ma quest'anno, per la prima volta, ci sono andato, come direbbe Bruno Pizzul, "velleitario".
Mi son goduto stand e colori, rivisto persone e parlottato con altre.
Ma voi conoscete qualcuno che ha ma trovato lavoro come illustratore alla Fiera del Libro?

Per me sono leggende, figure mitologiche come la Fenice o la Manticora , gli illustratori che hanno stupito un editore a suon di portfoli di apertura alare di due metri.
Io la Fiera del Libro me la godo con la somma invidia di chi conosce la teoria, ma lo imbarazza la pratica.
Diciamo che anch'io avrei un libercolo da mostrare, ma mi imbarazza farlo! Quindi mi affido alle mail ad editori, ma è più speranzoso vedersi rispondere per un colloquio di lavoro che da un editore (cosa vera).

Quindi bando alle ciance e alle tristezze,
oggi vi presento una cosa che i polverosi cassetti di Atelier Cortesi hanno sputato fuori in timidi tentativi di pulizie pasquali!


Il mio primo fumetto.
Che sceneggiatura, che ironia sociale e critica al sistema, che segno fluido!

Godetevelo amici!
L'avventura del detective Los e di Brufolo!


Avevo dieci anni quando lo disegnai.
Chissà Bruno Pizzul quali formazioni stava snocciolando in quel periodo.














Il prossimo anno lo porto alla Fiera del Libro!

Bisous!
















martedì 19 marzo 2013

Ci andrei col Ciao, laddove c'è lo stile

Vi ricordate il motorino, il Ciao?

Beh, a farmelo ricordare, con la frase usata per il titolo, è stato Emidio, a lezione di scrittura creativa.
Si parlava di stile, se non si fosse capito.
E pure di Ciao.

Un tizio nel mio paese ne aveva uno colorato di blu con gli scacchi bianchi.
Io ho sempre pensato che fosse bellissimo.
In realtà restava sempre un Ciao.
Ma forse proprio per quello mi piaceva.

Mi hanno fatto una piccola intervista, per un blog di fumetto. La trovate qui!
Mi chiedono dello stile.
Qual'è il mio stile?
Io ci provo, a dare una risposta. Ma è vaga.
Lo stile lo sto cercando da anni, da quando ho iniziato a pensare a fumettoperchèno?
E ci sono inciampato mille volte. Ogni volta che cambiavo un professore, che vedevo una mostra, che leggevo un fumetto, che leggevo un libro, il disegno successivo ne era, e ne è, tuttora, contaminato.
Non ho mai ben capito come davvero volevo fare le ombre, disegnare i profili, i vestiti.
Cazzo, un'ombra al tratto di Pazienza quanto è bella? Ma anche un bell'acquerello di stomaco alla Milazzo ci potrebbe stare...e un bel nero netto alla Magnus?
Io non so se è una cosa che capita anche ai 'colleghi', ma a me la cosa mi ha dato parecchio da penare.

Ripeto, tuttora ne sono un pò vittima.
Devo dire che ultimamente sono riuscito un pò a incanalare le esperienze accumulate in questi anni.
E ci sarà sempre chi mi dirà "cazzo, ma sembra Bruno", "hai copiato Munoz, eh?"

Cazzo, sì.
E da ognuno di questi cerco di rubare qualcosa.


Ad Amburgo c'era fuori dalla scuola, un venditore di quaderni e sketchbook.
Costavano molto poco e il tipo era piuttosto gentile. Ne comprai un pò. Un altro me lo regalò un'amica.

E da non molto ho cominciato a disegnarci.
Mi sta aiutando davvero molto, a non pensare agli altri. A rapportarti con pochi minuti di tempo, la mano, la tua, e un soggetto. Non puoi più chiedere aiuto a nessuno.
Pensavo di non potercela fare a portarmelo dietro, e invece mi accorgo che la mano va molto più sciolta, senza timori, naturale.
E i risultati mi piacciono.



Ci tornerei col Ciao, ad Amburgo.

Quello blu con gli scacchi bianchi sarebbe il massimo.






Unknown


Emanuele


Martina // non mi ricordo il nome // Emanuele // Emidio


Lucia


mano


lettrice // capelli // Lucia // capelli



martedì 5 marzo 2013

Vorrei andar a Berlino con Bonetti.

Amici suonatori e amanti delle original soundtracks, ecco a voi un gioiello appena partorito dalla Bassa Bolonnese (Bolognaise? Boulaignese? Bolougnesse?) Fabrik.

Sono i giorni in cui si rimpiange il grandissimo Lucio Dalla e ricordarlo a modo mio con un post musicale, mi sembra il modo più naturale possibile.

Alcuni di voi si ricorderanno di un video animato, da me realizzato, in occasione della pubblicazione di un'antologia dal titolo An Impossible Act, uscita nel 2012 per MamiVerlag.
Agli altri che non si ricordano, consiglio di proseguir comunque la lettura di questo post.
Mi cimentai nella suddetta animazione con risultati davvero soddisfacenti, se si pensa che per realizzar un minuto e venti scarso di animazione, ho disegnato più di 500 fotogrammi!
Un amico mio, dopo averla vista, mi chiese di poter farci un esperimento.

Mi chiese di musicarla.

Il nome di questo amico mio, abilissimo suonatore nonché artigiano del legno e creatore di preziosi strumenti musicali, è Urbano Pettazzoni.

Io ovviamente accettai e col cuore traboccante curiosità ed eccitazione gli passai i file necessari.
Qualche tempo dopo viene da me, e me la fa ascoltare.
Parbleu.
Que bonito.

"Orba" gli risposi con un gergo tipico delle zone argilo-pievesi.
Molto meglio, adesso!

E voglio rendervi partecipi di questa bellissima creatura! Di questo Frankenstein artistico! 
Mi sarebbe piaciuto aprire una discussione sull'importanza di creare una rete, tra 'giovani', di appoggiarsi a vicenda e di crearsi spazi. Credo tutto questo sia fondamentali, perché da soli è troppo difficile e salvo poche e bellissime testimonianze, nessuno verrà mai a cercarti. Allora far musicare una mia animazione ad un ragazzo mio coetaneo e bravo così è solo un guadagno, per me. 
Il prezzo che gli voglio pagare, seppur piccolo, è mostrarvelo a voi.


Poi però non aggiungo più nulla.
Che sennò divento retorico, e non lo voglio.

Allora perdete un minuto e venti in compagnia mia e di Ubi.








A presto, mes amis!
Bisous!